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Sapienza 6

Sapienza

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Capitolo 7

1


 

  Nell'anno centocinquantuno Demetrio, figlio di Selèuco, evase da Roma e sbarcò con pochi uomini in una città della costa e là si proclamò re.  

 

 

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2


 

  Quando rientrò nella reggia dei suoi padri, l'esercito catturò Antioco e Lisia per consegnarglieli.  

 

 

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3


 

  Informato della cosa, disse: «Non mostratemi la loro faccia».  

 

 

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4


 

  Perciò i soldati li uccisero e Demetrio sedette sul trono del suo regno.  

 

 

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5


 

  Allora andarono da lui tutti gli uomini perfidi ed empi d'Israele, guidati da Alcimo che aspirava al sommo sacerdozio.  

 

 

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6


 

  Essi accusarono il popolo davanti al re dicendo: «Giuda con i suoi fratelli ha sterminato tutti i tuoi amici e ci ha strappato dal nostro paese.  

 

 

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7


 

  Ora manda un uomo fidato, che venga e prenda visione della rovina generale da quello procurata a noi e ai domini del re e provveda a punire quella famiglia e tutti i suoi sostenitori».  

 

 

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8


 

  Il re designò Bàcchide, uno degli amici del re, preposto alla regione dell'Oltrefiume, potente nel regno e fedele al re,  

 

 

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9


 

  e lo inviò con l'empio Alcimo; attribuì a questi il sommo sacerdozio e gli diede ordine di far vendetta contro gli Israeliti.  

 

 

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10


 

  Così partirono e giunsero in Giudea con forze numerose. Bàcchide mandò messaggeri a Giuda e ai suoi fratelli per portare con inganno parole di pace.  

 

 

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11


 

  Ma essi non credettero alle sue parole: avevano infatti saputo che era giunto con un forte esercito.  

 

 

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12


 

  Si radunò tuttavia presso Alcimo e Bàcchide un gruppo di scribi per chiedere il riconoscimento dei diritti.  

 

 

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13


 

  Gli Asidei furono i primi tra gli Israeliti a chieder loro la pace.  

 

 

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14


 

  Dicevano infatti: «Un uomo della stirpe di Aronne è venuto con i soldati, non ci farà certo del male».  

 

 

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15


 

  Egli usò con loro parole di pace e giurò loro: «Non faremo alcun male né a voi né ai vostri amici».  

 

 

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16


 

  E quelli credettero. Ma egli prese sessanta di loro e li uccise in un sol giorno, proprio secondo la parola che sta scritta:  

 

 

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17


 

  «Le carni dei tuoi santi e il loro sangue hanno sparso intorno a Gerusalemme e nessuno li seppelliva».  

 

 

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18


 

  Allora la paura e il terrore si sparsero per tutto il popolo, perché tutti dicevano: «Non c'è in loro verità né giustizia, perché hanno trasgredito l'alleanza e il giuramento prestato».  

 

 

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19


 

  Bàcchide levò il campo da Gerusalemme e si accampò in Bet-Zait; mandò ad arrestare molti degli uomini che erano passati dalla sua parte e alcuni del popolo e li fece uccidere e gettare nel pozzo grande.  

 

 

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20


 

  Affidò il paese ad Alcimo e gli lasciò soldati che lo sostenessero; quindi Bàcchide fece ritorno dal re.  

 

 

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21


 

  Alcimo rivendicava con le armi il sommo sacerdozio;  

 

 

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22


 

  tutti i perturbatori del popolo si unirono a lui, si impadronirono della Giudea e procurarono grandi sventure a Israele.  

 

 

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23


 

  Giuda vide tutti i mali che facevano Alcimo e i suoi fautori agli Israeliti peggio dei pagani,  

 

 

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24


 

  uscì allora nelle regioni intorno alla Giudea, fece vendetta degli uomini che avevano disertato e impedì loro di far scorrerie nella regione.  

 

 

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25


 

  Quando Alcimo vide che Giuda e i suoi si erano rinforzati e che non avrebbe potuto resister loro, ritornò presso il re e mosse contro di loro accuse di misfatti.  

 

 

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26


 

  Allora il re mandò Nicànore, uno dei suoi capi più illustri, che aveva odio e inimicizia per Israele e gli ordinò di sterminare il popolo.  

 

 

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27


 

  Nicànore venne in Gerusalemme con truppe ingenti e mandò messaggeri a Giuda e ai suoi fratelli con inganno a far queste proposte di pace:  

 

 

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28


 

  «Non ci sia battaglia tra me e voi. Verrò con pochi uomini per incontrarmi pacificamente».  

 

 

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29


 

  Venne da Giuda e si salutarono a vicenda con segni di pace: ma i nemici stavano pronti per metter le mani su Giuda.  

 

 

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30


 

  Giuda fu informato che quello era venuto da lui con inganno, ed ebbe timore di lui e non volle più vedere la sua faccia.  

 

 

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31


 

  Nicànore si accorse che il suo piano era stato scoperto e uscì all'attacco contro Giuda verso Cafarsalama.  

 

 

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32


 

  Caddero dalla parte di Nicànore circa cinquecento uomini; gli altri ripararono nella città di Davide.  

 

 

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33


 

  Dopo questi fatti Nicànore salì al monte Sion e gli vennero incontro dal santuario alcuni sacerdoti e anziani del popolo per salutarlo con espressioni di pace e mostrargli l'olocausto offerto per il re.  

 

 

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34


 

  Ma egli li schernì, li derise, anzi li contaminò e parlò con arroganza;  

 

 

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35


 

  giurò incollerito: «Se non sarà consegnato subito Giuda e il suo esercito nelle mie mani, vi assicuro che quando tornerò a guerra finita, darò alle fiamme questo tempio» e se ne andò tutto furioso.  

 

 

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36


 

  I sacerdoti rientrarono e stando davanti all'altare e al tempio dissero tra il pianto:  

 

 

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37


 

  «Tu hai scelto questo tempio perché su di esso fosse invocato il tuo nome e fosse casa di orazione e di supplica per il tuo popolo.  

 

 

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38


 

  Fà vendetta di questo uomo e delle sue schiere; siano trafitti di spada. Ricòrdati delle loro bestemmie: non lasciarli sopravvivere».  

 

 

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39


 

  Nicànore uscì da Gerusalemme, si accampò a Bet-Coròn e gli andò incontro l'esercito della Siria.  

 

 

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40


 

  Giuda pose il campo in Adasa con tremila uomini e pregò:  

 

 

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41


 

  «Quando gli ufficiali del re assiro dissero bestemmie, venne il tuo angelo e ne abbattè centottantacinquemila:  

 

 

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42


 

  abbatti allo stesso modo questo esercito davanti a noi oggi; sappiano tutti gli altri che egli ha parlato empiamente contro il tuo santuario e tu giudicalo secondo le sue empietà».  

 

 

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43


 

  Si scontrarono gli eserciti in combattimento il tredici del mese di Adar e fu sconfitto l'esercito di Nicànore, anzi egli cadde in battaglia per primo.  

 

 

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44


 

  Quando i suoi soldati videro che Nicànore era caduto, gettarono le armi e fuggirono.  

 

 

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45


 

  Li inseguirono per una giornata di cammino da Adasa fino a Ghezer e suonavano le trombe dietro a loro per dare l'allarme.  

 

 

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46


 

  Uscirono allora uomini da tutti i villaggi della Giudea all'intorno e li accerchiarono; essi si voltavano gli uni contro gli altri e caddero tutti di spada: non ne rimase neppure uno.  

 

 

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47


 

  I Giudei presero le spoglie e il bottino, mozzarono la testa di Nicànore e la destra, che aveva steso con superbia, e le portarono e le esposero in Gerusalemme.  

 

 

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48


 

  Il popolo fece gran festa e passò quel giorno come giornata di gioia straordinaria.  

 

 

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49


 

  Stabilirono di celebrare ogni anno questo giorno il tredici di Adar.  

 

 

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50


 

  Così la Giudea ebbe quiete per un po' di tempo.  

 

 

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Sapienza 8

 

 

 

 

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